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Il Settecento di Furio Diaz, a cura di C. Mangio e M. Verga

Il Settecento di Furio Diaz, a cura di Carlo Mangio e Marcello Verga, Pisa, Pisa University Press, 2005

Nato a Livorno nel 1916, Furio Diaz si laurea in legge e dal 1941 è assistente volontario di Guido Calogero all’Università di Pisa. Militante nella lotta antifascista durante la guerra, svolge poi attività politica nei quadri del PCI, rivestendo anche la carica di sindaco di Livorno dal 1944 al 1954. Uscito dal PCI nel 1957 e iscrittosi al PSI, lascia la politica attiva per dedicarsi all’insegnamento e alla ricerca, soprattutto sulla storia del pensiero illuministico francese e riformatore italiano del Settecento. Conseguita la libera docenza nel 1957, insegna Storia moderna alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Pisa dal 1968 al 1980, anno in cui passa a insegnare Storia e storiografia dell’età moderna alla Scuola Normale di Pisa.

Presentazioni
Carlo Azeglio Ciampi
Alessandro Cosimi
Luigi Donolo

Carlo Mangio, Marcello Verga, Premessa

Marcello Verga, Paolo Viola, Per Furio Diaz

Guido Abbattista, Batavia Perfida. Jean-Baptiste Tavernier e la polemica sugli olandesi in Asia tra ’600 e ’700

Antonella Alimento, Passione e disincanto nella vita di un economista “scomodo”: la biblioteca di Véron de Forbonnais

Livio Antonelli, Gli esecutori di giustizia e la tratta del riso: un esperimento nella Milano di primo Settecento

Ettore Cinnella, Rileggendo la prolusione di Aulard al corso di storia della Rivoluzione francese

Romano Paolo Coppini, Alberi della libertà e stipendi non pagati: Pisa, l’Università e i giacobini

Claudio Donati, Il problema delle generazioni nella storia e le sue radici settecentesche: spunti per una ricerca

Girolamo Imbruglia, Una polemica a Napoli sulla Diceosina di Genovesi

Michele Luzzati, Ancora sull’esumazione del corpo di un bambino ebreo battezzato “invitis parentibus” e sulla sua sepoltura nel Camposanto di Pisa (1709)

Carlo Mangio, In margine a una memoria presentata nel gennaio 1759 al Sacro Romano Imperatore: alcuni osservatori italiani di fronte alla crisi marittima e coloniale della Francia

Antonello Mattone, Piero Sanna, Corpi parlamentari e antidispotismo nella “sarda rivoluzione”. Il “Discorso parenetico” di Gian Francesco Simon agli Stamenti (ottobre 1795)

Anna Vittoria Migliorini, Uno strumento di autopromozione per l’oligarchia lucchese: le note della seconda edizione dell’Encyclopédie

Rolando Minuti, L’Oriente religioso e la tolleranza nelle Lettres Persanes di Montesquieu

Mauro Moretti, Sul Filangieri di Pasquale Villari

Rolando Nieri, Bernardo Tanucci e il costituzionalismo. Spunti dal suo Epistolario

Michele Olivari, I seni di Venere e l’Inquisizione: cronache di un illuminismo periferico

Olimpia Vaccari, Il viaggio di Giovanni Targioni Tozzetti a Livorno “per rintracciare il vero sito dell’antico famoso Porto Pisano…”

Indice dei nomi, a cura di Veronica Vestri

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M. A. Morelli Timpanaro, A Livorno, nel Settecento

Maria Augusta Morelli Timpanaro,  A Livorno, nel Settecento. Medici, mercanti, abati, stampatori: Giovanni Gentili (1704-1784) ed il suo ambiente, Livorno, Belforte Editore Libraio, 1997.

Un’indagine sulla figura del medico Giovanni Gentili meritava di essere intrapresa, poiché troppo a lungo egli è stato dimenticato.
Fiorentino per origini familiari, particolarmente influenzato dalla frequentazione dell’ospedale di Santa Maria Nuova, Giovanni Gentili si laureò a Pisa e, dal 1737 fino alla morte nel 1784, fu a Livorno, dove svolse a lungo i compiti di medico della Deputazione di sanità ed esplicò un’apprezzata attività professionale privata.
Nella molteplicità dei suoi interessi culturali e delle sue amicizie, Gentili fu un degno allievo di Antonio Cocchi, l’enciclopedico medico del Mugello che lo sostenne a Firenze nei primi passi della sua esperienza professionale e che contribuì a fargli amare gli studi classici, le lettere e le lingue.
Attraverso la vita di Giovanni Gentili, intellettuale dell’ambiente colto fiorentino, frequentatore di personaggi del calibro di Giovanni Lami, Anton Francesco Gori, Antonio Cocchi, l’autrice ci guida nella conoscenza approfondita di un importante periodo di storia livornese e toscana.